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venerdì 27 febbraio 2009

viole(n)t red





“ Fuori la luce della luna oscillava insieme al movimento delle nubi spinte dal vento, Alanna si affacciò dalla sua tana di cemento e vide la luce fredda e bluastra disegnare le figure di un uomo e di una donna.

Lui era sdraiato sotto e lottava per liberarsi. La donna gli stava sopra e gli stringeva la gola.

La luce della luna scintillò su una ciocca argentea…”



Siamo a poco meno della metà del libro, non potete immaginare l’antefatto né potete proiettarvi nel prosieguo. Dunque?

Dunque dovreste leggerlo.

Ve lo consiglia una che non si è mai appassionata a questo genere, eppure si è lasciata travolgere dalla vis narrativa delle due sorprendenti “gialliste”.

Laura Costantini e Loredana Falcone sono una forza della scrittura, insieme creano romanzi di grande spessore letterario, con minuziosa attenzione ai particolari e descrizioni di fatti storicamente ineccepibili.

A questo si aggiungano inesauribile originalità e fantasia, e il gioco è fatto.

Anche in questo viole(n)t noir danno vita e risalto a tutto un contorno di personaggi ed azioni degno dei più noti giallisti.

Molta cura nel procedere della storia, nel rendere sia le atmosfere che i sentimenti.

L’umano, per quanto anomalo, resta pur sempre umano. È forse questa la chiave segreta che le AA usano con maestria, mantenendo desta l’attenzione del lettore, inchiodandolo alla poltrona, libro in mano, fino all’epilogo.

Insomma, proprio da non perdere!

giovedì 5 febbraio 2009

Identità distorte




Casa Editrice:
Prova d’Autore
Genere: Narrativa romanzo
Dati: pag. 154
ISBN: 9788888555614
Prezzo: € 10,00



Massimo Maugeri

Una ghianda, una testa di gufo, una cantina materiale e una dell’inconscio. Una metropoli che è il centro di una ragnatela così vasta da includere tutti i paesi del mondo, e un ragno che ne tesse i fili tenaci, vischiosi, inclusivi. Inutile dibattersi.
Massimo Maugeri ha l’abilità di rendere tridimensionale anche il pensiero. Scrive della follia del singolo come esito della follia del disordine sociale. Quest’ultima lucidamente composta nella tessitura coattiva del tecnicismo, che è anche appropriazione di tutti i livelli di coscienza.
Nessuno si salva dalla logica di questo potere.
Il ragno è l’emblema di una realtà che assedia già, dalla quale non c’è più scampo.
Come un’infiltrazione che, dopo aver attaccato l’organimo-società, ne ha invaso i minimi capillari della struttura portante: i singoli uomini, volenterose vittime, o inconsapevoli carnefici, e viceversa.
Fin qui si spinge ormai il Potere, supportato dalla tecnologia: nulla e nessuno si salva dall’impiego di essa ai fini del Controllo, da quello finanziario a quello psicologico.
Le masse sono greggi da mungere e da condurre al pascolo, in un circolo vizioso per le pecore, virtuoso per il pastore.
L’Autore spazia con la spietata analisi delle interfacce su cui vengono giocati vite e destini.
Le chiavi di decifrazione vengono supposte con cautela, quasi a suggerire come sia impossibile sottrarsi al Progetto di:”… controllo sulle TV del resto del pianeta, incluse quelle mediorientali…Le televisioni, i giornali, i media, se ben gestiti, formano le coscienze, indirizzano i popoli. È un grande, fantastico progetto…”
In cui si innesta uno straordinario Dono, misterioso e inquietante,
metafisica del Potere.
Ancora più impossibile sottrarsi, quindi, se non scavalcando i fili della logica binaria.
Occorre un terzo elemento, quello capace di porsi oltre i codici delle apparenze insormontabili: l’amore.

Cristina Bove